L’Autocritica Costante: Sei Tu il Tuo Giudice Più Severo
- Psicoterapeute Milano
- 7 giorni fa
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Ti sei mai detto "potrei fare di più", anche quando avevi già dato il massimo? Ti è mai capitato di non sentirti mai abbastanza, anche quando gli altri ti riconoscono il tuo valore? Se dentro di te c’è una voce che continua a sussurrarti che dovresti essere più bravo, più capace, più forte, più qualcosa, allora probabilmente vivi con il peso di una costante autocritica. Ma cosa succede quando quella voce diventa troppo ingombrante?
Perché ci sentiamo sempre in difetto?
Il senso di inadeguatezza spesso non nasce dal presente, ma da lontano. Fin da piccoli, molti di noi hanno imparato che il valore personale è legato ai risultati, alle prestazioni, all’approvazione degli altri. Se ci veniva detto che potevamo fare meglio, se gli errori venivano sottolineati più dei successi, se il riconoscimento arrivava solo dopo aver dimostrato di valere, allora è facile crescere con l’idea che non si è mai abbastanza.
Con il tempo, questa convinzione diventa una lente attraverso cui vediamo il mondo. Ogni risultato non è mai sufficiente, ogni complimento viene sminuito, ogni errore diventa una prova della nostra incapacità. Ci troviamo così intrappolati in un dialogo interiore severo e giudicante, incapaci di concederci un momento di soddisfazione.
Il circolo vizioso dell’autocritica
La convinzione di non essere abbastanza porta con sé un meccanismo subdolo. Ci spinge a cercare costantemente di dimostrare il nostro valore, a fissarci obiettivi sempre più alti, a non permetterci mai di fermarci. Eppure, per quanto ci sforziamo, la soddisfazione dura poco. Appena raggiunto un traguardo, la mente passa subito a quello successivo, senza concederci nemmeno il tempo di apprezzare ciò che abbiamo ottenuto.
Questo circolo vizioso è faticoso e frustrante, perché ci costringe a vivere in una continua corsa verso qualcosa che sembra irraggiungibile. Più cerchiamo di dimostrare il nostro valore, più sentiamo di non essere abbastanza. E alla fine, l’unico risultato che otteniamo è l’esaurimento.
Essere abbastanza non significa essere perfetti
Uno degli errori più comuni è pensare che per sentirci soddisfatti di noi stessi dobbiamo eliminare ogni imperfezione, evitare ogni errore, raggiungere standard irrealistici. Ma la verità è che l’essere umano è per natura imperfetto.Non possiamo sempre fare tutto nel modo giusto, né essere al massimo delle nostre capacità in ogni momento.
Accettare questo non significa arrendersi o smettere di migliorarsi, ma riconoscere che il nostro valore non dipende da quanto siamo impeccabili. Essere abbastanza significa essere umani, con pregi e difetti, successi e fallimenti, vittorie e fragilità.
Imparare a trattarsi con gentilezza
Se per anni abbiamo imparato a trattarci con durezza, cambiare atteggiamento non è semplice. Ma possiamo iniziare con piccoli passi, imparando a parlare con noi stessi con la stessa gentilezza che useremmo con un amico. Possiamo permetterci di riconoscere i nostri successi, di accettare che non tutto deve essere perfetto, di concederci il diritto di sbagliare senza farne un dramma. Possiamo darci il permesso di essere umani.
La psicoterapia come strumento per spezzare il ciclo dell’autocritica
Se il senso di inadeguatezza ti accompagna da sempre, la psicoterapia può offrirti uno spazio in cui esplorare questa sensazione e imparare a costruire una relazione più sana con te stesso. Può aiutarti a comprendere l’origine di questa voce giudicante, a riconoscere il tuo valore indipendentemente dai risultati, a sviluppare strumenti per affrontare l’autocritica in modo più equilibrato. Perché meriti di sentirti abbastanza, non perché hai fatto qualcosa di straordinario, ma semplicemente perché esisti.
Forse oggi puoi iniziare con un piccolo passo: fermarti un attimo, riconoscere ciò che hai già fatto, concederti di essere orgoglioso di te senza aspettare il prossimo traguardo. Perché non devi fare di più per valere di più. Sei già abbastanza così come sei.
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